mercoledì 27 novembre 2013

Piccoli Uomini crescono


Tato Mio,

oggi è il tuo compleanno ed io ho deciso di scriverti questa epistola (la mia prof. di latino sarebbe fiera di me) per farti gli auguri.
Ma siccome (la mia prof. di italiano sarebbe un po' meno fiera) so che dei miei auguri non te ne frega un cazzo, forse è meglio se sfrutto queste poche (...) righe per riflettere ad alta voce [(si riflette ad alta voce mentre si scrive una epistola?) e soprattutto (ci vuole l'apostrofo in una epistola?)] e decidere che regalo farti.
(notare la doppia parentesi quadra/tonda, please)

Dunque (pausa di riflessione in stile Mourinho), inizialmente ho pensato (abbiamo pensato, che sennò la Mamy si offende) di regalarti dei soldi. Però poi mi son detto: il mio Piccolo Uomo ormai è grande, maturo ed assennato, un regalo così banale e prettamente materiale non può soddisfare il suo animo puro.

Devo (dobbiamo...) trovare qualcosa di più adatto alla tua dolce e sensibile indole e che meglio possa appagare il tuo ego spirituale. Proviamo con qualche esempio:

  • Potrei donarti un cervello, ma ne hai già uno nuovo e mai usato quindi sarebbero soldi sprecati (magari verifica che il tuo funzioni che altrimenti me lo faccio cambiare in garanzia);
  • Oppure un balsamo per il tuo foltissimo pizzetto. In commercio ce ne sono di fantastici e garantiscono risultati che  lo stesso Ordell (citazione per pochi intimi) sarebbe invidioso di te;
  • Un'altra idea potrebbe essere di comprarti un abbonamento per la palestra ma temo sia ancora valido quello che ti avevo preso nel 2003 (forse però nel frattempo la palestra è fallita);
  • Anche un Computer nuovo potrebbe esserti gradito ma poi come faresti ad esercitarti così bene col Dos?
  • Cani, gatti e, soprattutto, fratelli credo di poter dire, senza timore di smentita, che siano già presenti a sufficienza nella tua vita; quindi anche queste opzioni sono da scartare;
  • Potresti anche pensare che in futuro (...) ti possa tornare utile un bel... ehm... un.... come si dice.... pisel... eh... insomma hai capito. Ma, fidati, cerca di tener duro (...) in questi anni che poi quando ti sposerai quello non ti servirà più.

Non riesco a districare questa aggrovigliata matassa di dubbi ed incertezze, ma forse la vera risposta è molto più semplice di quanto si possa immaginare. Esatto, sicuramente a te bastano i miei baci, le mie attenzioni, le mie parole. Insomma il mio amore.

E.....

E.....

E.....



Ok ti regalo dei soldi.



Due parole serie, però, te le devo dire. Anche con la consapevolezza di cadere nel banale.
Ma, ricorda, l'Amore per un figlio è banale.
E scontato.
E privo di originalità.

Quello che c'è di fuori dal comune, quello che c'è di speciale, quello che c'è di straordinario in questo amore sei proprio Tu.
Non dimenticarlo mai e non permettere a nessuno di dubitarne.

Io, noi, siamo fieri di te.



Ti Amo
(come sempre e forse sempre più)


Il tuo Papà



giovedì 14 novembre 2013

Universi Paralleli


Per gli appassionati di fantascienza come il sottoscritto la tematica delle realtà alternative, dei mondi e degli universi paralleli è sempre stata particolarmente affascinante.

Scrittori e registi di ogni epoca si sono cimentati in questo campo con opere meravigliose passate alla storia della letteratura e della cinematografia:

Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie (L. Carroll);
La Fine dell'Eternità e Neanche gli Dei (I. Asimov);
Memorie di un Viaggiatore Spaziale (S. Lem);
Le Avventure di Peter Pan (Walt Disney);
Strade Perdute (D. Linch);
Numerosi episodi di Ai Confini delle Realtà o Star Trek.

(ma l'elenco sarebbe ovviamente lunghissimo)


Ogni autore ha dato la sua personalissima interpretazione a questo argomento, il più delle volte collegando l'esistenza di questi ipotetici piani di vita parallela a fenomeni ancora oscuri e/o misteriosi tipo i viaggi nel tempo oppure il mondo dei sogni.

Ma, come spesso accade, nessuno si è accorto che uno dei casi più diffusi e tangibili di universo parallelo è sempre stato sotto gli occhi di tutti, concreto e tangibile ma non per questo meno misterioso.

Sto parlando dell'imperscrutabile Universo Femminile.

La scintilla che ha dato vita a questa straordinaria e rivoluzionaria teoria risale al 31 agosto 1991  quando il  Prof. Deleo Massimiliano, fantastico e visionario conoscitore del mondo femminile, dopo anni ed anni di esperimenti sul campo, decise di appendere il cappello al chiodo e convolare a giuste nozze.
Quel giorno, terminata la cerimonia funeb... ehm... nuziale, il nostro scienziato, accompagnato dalla splendida consorte, mise piede per la prima volta nella nuova dimora di famiglia ed il suo unico pensiero fu:
"Dov'è la camera da letto?"
Di contro la giovane moglie rispose: "Dov'è il bagno?"

Uhm, qualcosa nelle rispettive scale di valori non quadrava.

Decise, quindi, di approfondire questo argomento con metodo scientifico e dimostrazioni empiriche arrivando dopo vent'anni di prove, esperimenti e verifiche, alla conclusione che  l'uomo e la donna vivono in due mondi paralleli caratterizzati da regole, sia morali che fisiche, assolutamente diverse tra loro.

Il procedimento di analisi seguito dal Prof. Deleo è molto semplice; ha suddiviso la vita quotidiana dell'essere umano in diversi settori esaminando in maniera esegetica il modo di comportarsi del maschio e della femmina tipo.

Elencare in questo breve saggio tutti gli ambiti presi in considerazione dal geniale studioso sarebbe troppo dispendioso in termini di tempo, ci limiteremo, quindi, ad esaminare, a solo titolo esemplificativo, proprio l'elemento da cui tutto ebbe inizio:
L'esigenza primaria di una giovane sposa di sapere a tutti i costi dove fosse il bagno!

Per l'uomo, animale semplice, il gabinetto (da lui chiamato semplicemente cesso) è il luogo dove fare la cacca e la doccia. Saltuariamente lo usa anche per lavarsi la faccia e, in caso di eventi particolarmente importanti, anche i denti.

Per la donna, essere complesso (o, per meglio dire, complicato) il gabinetto (da lei chiamato esclusivamente toilette) è una zona multiservizio con variegate funzioni che spaziano dal campo medico/psicologico al restauro corporale e terminano con l'igiene fisica.

Per dire, l'uomo fa la cacca.
La donna, invece, espleta funzioni corporali.
E se nel cesso c'è un odore particolarmente malsano non può che essere colpa del maschio perchè le toilette notoriamente profumano.

Sempre relativamente al bagno, la prova provata che gli universi maschili e femminili viaggiano su binari totalmente diversi la troviamo ogni volta che esaminiamo il momento della doccia.
Per meglio spiegare ciò prenderemo ad esempio  due personaggi assolutamente inventati che per comodità descrittiva chiameremo Massi ed Elsa:

Elsa entra nella toilette.
Massi entra nel cesso.

Elsa apre un po' la finestra, mette a posto i tappeti e si guarda allo specchio.
Massi è entrato nel cesso.

Elsa prepara biancheria e vestiti post lavaggio mentre si riguarda allo specchio.
Massi chiude la finestra.

Elsa introduce 90 indispensabili flaconi di tipologia e finalità sconosciute all'interno del box doccia, apre l'acqua calda e si guarda allo specchio.
Massi si spoglia, da un'occhiata veloce allo specchio per controllare le fattezze del suo regal membro, abbozza un sorriso orgoglioso ed entra nella doccia.

Elsa prende un boccetto di anticalcare, una spugnetta non abrasiva, una raspa da falegname ed una fresa e li introduce nel box doccia.
Massi si bagna con acqua a 40 gradi e canta l'inno dell'Internazionale Football Club.

Elsa prende un cacciavite a stella, un trapano, una livella da muratore e si introduce nel box doccia dopo essersi guardata allo specchio.
Massi continua a cantare l'inno dell'Internazionale Football Club.

Elsa si bagna con acqua a 95 gradi mentre pulisce l'interno del box doccia con gli strumenti precedentemente introdottivi.
Massi canta "Burbetta sparati".

Elsa inizia ad utilizzare, uno alla volta, i 90 indispensabili flaconi di tipologia e finalità sconosciute e contemporaneamente canta il "Nessun Dorma".
Massi controlla i 90 indispensabili flaconi di tipologia e finalità sconosciute e non trova nè il bagnoschiuma nè lo shampoo; prende, perciò, un boccetto a caso che usa indifferentemente per testa, ascelle e regal membro (il resto del corpo non è indispensabile).

A questo punto capita l'inconveniente: il diffusore dell'acqua del doccino si stacca dal supporto in alluminio su cui è inserito compromettendo la qualità del getto.

Elsa estrae (da dove non è dato a sapersi) il cacciavite a stella e rimuove le viti, col trapano rifinisce gli ugelli e con la raspa elimina le sbavature, poi rimonta il tutto accertandosi che i fori di diffusione dell'acqua siano perfettamente simmetrici tra loro.
Massi prende supporto in alluminio e diffusore e li sbatte violentemente contro il muro.

Una volta ripristinata la completa funzionalità della doccia Elsa continua le operazioni di lavaggio corporeo, contemporaneamente rimuove 2 ragnatele dalle travi, pulisce le scanalature tra le mattonelle e canta "Amor dammi quel fazzolettino".
Massi esce dalla doccia guardandosi ancora il regal membro e cantando We Are the Champions.

A questo punto, solitamente, succede qualcosa di misterioso. Perchè il nostro Massi si asciuga rapidamente testa e corpo, si rimette gli stessi indumenti che si era tolto prima ed esce dal cesso come farebbe qualsiasi persona normale.

Quando invece la dolce Elsa (come qualsiasi altra donna) esce dalla doccia si verifica un fenomeno sconosciuto per noi uomini, una sorta di trasformazione, anzi di vera e propria mutazione. Perchè l'essere che sbuca dalla toilette una volta ultimate le operazioni post doccia NON E' PIU' TUA MOGLIE.

Si tratta, infatti, di una creatura aliena quasi indescrivibile; sulla testa porta una sorta di turbante costituito da 3 diversi tipi di asciugamano, il corpo è avvolto da un informe accappatoio in spugna di colore indefinito ed ai piedi calza un paio di babucce sempre di spugna e di colore rosa. Il viso è ricoperto da un materiale melmoso verdognolo e purulento, sopra le labbra una specie di cerotto pare celare chissà quale dolorosa cicatrice e dentro entrambe le orecchie un paio di cotton fioc sembrano conficcati ad una profondità tale da riuscire quasi a scorgere l'altra estremità fuoriuscire dagli occhi.

L'impatto, per Massi come per qualsiasi altro uomo, potrebbe essere devastante ma, fortunatamente, si può preparare allo shock perchè in genere il momento è preannunciato dal cane che inizia a ringhiare furiosamente o dal bimbo che inizia a piangere in preda al panico.

Ma, nonostante questo, l'uomo, animale semplice, non si farà sopraffare dalla sorpresa o dallo spavento.
L'uomo, animale semplice, non si ferma all'aspetto esteriore e guarda sempre in profondità.
L'uomo, animale semplice, non teme ostacoli nè difficoltà di alcun tipo.

Nonostante tutto, l'uomo, animale semplice, avrà sempre voglia di........................:

AMARVI
(ehm)




martedì 20 agosto 2013

Tal Merigus


La storia dell’umanità è scandita, di tanto in tanto, dalla nascita di personaggi che per talento, capacità o azioni, sono diventati talmente famosi da essere conosciuti praticamente da tutti.
Chi tra noi può dire di non aver mai sentito parlare di Ercole e delle sue epiche 12 fatiche, oppure dell’invincibile Achille dal vulnerabile tallone, di Giulio Cesare che conquistò il mondo o di Hitler che stava per distruggerlo.
Tra questi un posto di tutto rilievo se l’è sicuramente guadagnato il temibile Tal Merigus che ha furoreggiato nelle afose terre della Val Padana tra il secondo e terzo millennio.
Quest’uomo è divenuto talmente famoso, in particolar modo per il suo carattere ombroso ed irascibile, che i genitori di oggi lo usano come spauracchio per intimorire i figli troppo indisciplinati.
Una volta, infatti, si diceva: “Fate i bravi che sennò arriva il vecchio col sacco”; oggi, invece, la nuova moda è: “Zitti altrimenti chiamo Tal Merigus!!!”
Gli aneddoti sul suo conto si sprecano ed è praticamente impossibile riassumere in poche righe tutti gli aspetti del suo carattere e della sua personalità. Cercheremo, quindi, di analizzare unicamente gli elementi principali che hanno contraddistinto la sua lunghissima esistenza.
La prima cosa che salta all'occhio di chi lo ha conosciuto da vicino è la netta contrapposizione tra il suo amore per gli animali ed il disprezzo per gli esseri umani.
Ad esempio, qualche anno fa la figlia, che aveva appena scoperto di essere in dolce attesa del secondogenito (nonché quarto nipote del Merigus), andò dal padre tutta contenta per portargli la lieta notizia.
Lui, senza batter ciglio, esclamò: “Era meglio se portavi a casa un altro gatto.”
Un giorno al suo amico Bedu, anch'egli innamorato degli animali e dei cani in particolare, disse, con tono leggermente ironico:
“Dicono che i gatti siano più intelligenti dei cani.”
Ma Bedu, che aveva sempre la battuta pronta, gli rispose:
“Più intelligenti dei cani non so, ma di te sicuro!”
Restando sempre in tema di figli e di disprezzo per gli esseri umani, tanti anni fa la moglie (santa donna) gli chiese di occuparsi un po’ del primogenito Giagio, che all'epoca aveva poco più di un anno. Lui prese il figlio fingendo entusiasmo e buone intenzioni e, per renderlo partecipe anche della sua vita lavorativa, lo portò con sé, sul posto di lavoro.
Ma Merigus faceva l’elettricista, doveva aggiustare un’antenna e quindi salire sopra un tetto. Legò, perciò, il bambino al comignolo, inizialmente all'ombra, ma poiché rimase li per diverse ore alla fine della giornata il sole era girato ed il piccolo completamente ustionato.
Ed i segni, soprattutto psicologici, sul Giagio sono visibili ancora oggi.
Pare anche che nel testamento abbia lasciato scritto che alla sua morte (prevista intorno all'anno 2124) una piccolissima parte della sua smisurata eredità dovrà essere utilizzata per erigere una statua che lo raffiguri con un gatto sulla spalla ed una bandiera della Juve nella mano.
Ed arriviamo, perciò, al secondo grande amore della sua vita.
I figli? No.
La Moglie? No.
I parenti o gli amici? No.
La Juve, ovviamente!
Però, essendo lui una persona molto timida, non può ammettere questa sua dipendenza psico-fisica tanto che la sua frase più famosa in merito è:
“Me ag dò d’asè a la Juve, l’am dà mia da mangià!”
Eppure pare che, nel 2006, quando la Vecchia Signora fu retrocessa in SERIE B (serie b, serie b, serie b, serie b, serie b, serie b, serie b, serie b,) fu visto aggirarsi sotto casa di Moratti con un fucile a pompa in mano.
Anche il suo tatto e le sue buone maniere sono ormai divenute proverbiali. Si vanta spesso, infatti, di dire sempre la verità anche se questa può non piacere ai suoi interlocutori e dice di essere “brutto ma sincero” (soprattutto brutto, diremmo noi).
Un giorno, al mercato, incontra una collega del genero, in divisa.
La vigilessa portava la gonna di ordinanza prevista per gli operatori di sesso femminile ed il gentile Merigus, con la sua proverbiale delicatezza, le fa:
“Hai due belle gambe, sembri un terzino!!!” 
......(e poi dicono che le vigilesse son cattive)....
Un’altra volta, a casa della figlia, arriva un’amica con una bimba piccola e lui, bello sorridente, commenta:
“Sembra un bambino vestito da femmina.”
Come tutti i personaggi famosi può fregiarsi, con orgoglio, di diversi soprannomi; uno di questi è “Urtiga” sicuramente dovuto ai suoi modi gentili e delicati.
Ma il più usato è sicuramente “Bega” (con le variabili Bigon e Bigasa) sul cui significato forse è meglio non farsi troppe domande.
L’unico in grado di tenergli testa pare essere l’ultimo arrivato in famiglia, il piccolo ma pestifero Simone.
Un giorno Tal Merigus lo va a trovare a casa mentre i genitori non ci sono ed il fratello grande sta dormendo (strano). Il caro nonno suona al videocitofono e sente la vocina tenera ma ingannevole di Simone che gli risponde:
“Chi è?”
“Sono il nonno, aprimi.”
“Non posso, il papà mi ha detto di non aprire agli sconosciuti.”
“Ma io sono tuo nonno quindi mi conosci”
“Si ma potresti essere un ladro travestito da nonno!!!”

Clic, conversazione finita e porta chiusa.
…. e così spiega anche perché avrebbe preferito un gatto al suo posto….
Per concludere vogliamo, però, ricordare il vero eroe di questa storia, l’unica persona nella storia dell’umanità ad essere in odor di Santità seppure ancora in vita, un essere umano con valori e virtù da sfiorare il soprannaturale.
No, non si tratta di Tal Merigus. Parliamo della ROSANNA!!!

E quindi, un mondo di auguri ad Amerigo per i suoi splendidi 80 anni ed un grosso in bocca al lupo anche per la Rosy che dovrà sopportarlo sicuramente ancora per un’eternità.


venerdì 31 maggio 2013

Death Proof - A prova di morte


I miei più attenti lettori (...) si saranno subito accorti che il titolo di questo post è spudoratamente copiato da un film di Tarantino.
Ora, che lui mi denunci per plagio è un'ipotesi abbastanza remota, mentre è molto più probabile che questo pezzo risulti migliore, e di molto, rispetto alla pellicola in questione.
Infatti più che il lungometraggio in sè (uno dei peggiori di tutta la meravigliosa carriera del mio regista preferito) ero, all'epoca, rimasto colpito dal perchè il supremo Quentin avesse deciso di girare un film di questo tipo.
In una intervista presente nei contenuti speciali del DVD lui stesso spiega di essersi voluto cimentare in quella che, a tutti gli effetti,  è semplicemente la storia di un inseguimento tra auto; questo poichè, a suo dire, mancava, nella CINEMATOGRAFIA mondiale presente e passata, una scena di livello tale da poter essere degna di passare alla storia.
Beh, mi son detto, anche nella LETTERATURA mondiale manca un racconto simile e siccome ("siccome" è il termine lessicale più foneticamente orrendo di tutto il vocabolario italiano) e siccome, dicevo, la mia abilità di narratore è quantomeno pari a quella cinematografica di Tarantino (dico pari per modestia) mi sono deciso, dopo le vostre continue sollecitazione in merito, a scrivere la storia di inseguimento tra auto più bella di tutti i tempi.

Cominciamo.

C’era una volta....

"Un re!" diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.

Azz, forse mi sto facendo prendere la mano ed ora rischio di beccarmi una denuncia per plagio anche da Carlo Lorenzini (vabbè faccio il fenomeno, si tratta di Collodi, autore di Pinocchio).
Che poi, sai che rischio visto che il tipo è morto da più di 100 anni.

Ma, coi tempi che corrono, è meglio evitare problemi e ripartire dall'inizio.

C'era una volta un piccolo borgo di periferia, sperduto nelle lande nebbiose della Pianura Padana, denominato White Rock. Il paesino in questione era stato oggetto, in anni neppure troppo remoti, di una serie di attività criminose direttamente collegate alla Mafia siciliana, alla Yakuza giapponese ed ai Narcotrafficanti colombiani.
Per sconfiggere e debellare alla radice queste pericolosissime infiltrazioni malavitose, le alte sfere dei Servizi Segreti Italiani, in accordo con la Direzione Investigativa Antimafia ed il Ministero degli Interni, hanno deciso di mettere in campo le migliori risorse di cui disponevano, senza badare a spese in termini di dotazioni tecniche, logistiche e strutturali.
E, soprattutto, hanno inviato sul posto, in servizio continuativo permanente, quelli che, all'unanimità, sono riconosciuti come i più preparati, audaci e temibili Agenti Speciali di tutta Europa (Albania compresa).

Li hanno definiti e soprannominati in diversi modi:

Gli Starsky e Hutch delle Terre Verdiane;
I Poncharello e Baker della Bassa Parmense;
I Tequila e Bonetti della Riviera del Po (chi dei due sia il cane non è dato sapersi).

Per non parlare degli accostamenti a Sherlock Holmes ed il fido Dr. Watson, oppure delle similitudini con i famosi Eliot Ness e George Stone de "Gli Intoccabili" (escludendo il fatto che i due protagonisti della nostra storia si toccano eccome..).

Suvvia, credo abbiate tutti capito di chi sto parlando, si tratta degli ormai divenuti mitici:
Assistente Scelto Stuntman Marian ed Agente Scelto Broom Broom Dave.

Gli aneddoti ed i racconti sulle numerose imprese di questa mitologica coppia ormai si sprecano; quindi, non potendoli descrivere compiutamente in questo mio breve (...) resoconto, mi limiterò a tracciare gli elementi essenziali che caratterizzano le figure di questi due straordinari appartenenti ai reparti speciali delle Forze di Polizia.

L'Assistente Scelto Stuntman Marian (che per brevità d'ora in avanti chiamerò Ass. Stuntman) è il più anziano e navigato dei due.
Sulla sua data di nascita non si hanno notizie certe ma pare che Matusalemme, in punto di morte, gli si rivolgesse dandogli del Voi, per rispetto della maggiore età.
Ha fatto il servizio militare in Tunisia, in particolare a Cartagine, dove, tra gli altri, ha contribuito in maniera determinante all'addestramento di Annibale, suggerendogli astutamente l'utilizzo degli elefanti come avanzata tecnica militare.
Pare anche, ma questo fatto non è stato mai provato, che nel corso degli anni sia divenuto esperto in speculazioni finanziarie e che le sue operazioni in Borsa gli abbiano permesso di accumulare una discreta fortuna; niente di eccezionale, in realtà, ma quanto è bastato per fare un piccolo prestito a Bill Gates che si era rivolto a lui nella creazione di Microsoft (e così si spiega anche la sua abilità con i computer).
La sua attenzione ed oculatezza nei confronti del Dio Denaro va di pari passo col suo senso dell'onore.
Non mancategli mai di rispetto altrimenti sarete subito travolti dall'ira funesta del pelide Ass. Stuntman (tra l'altro il mitologico guerriero Achille fu suo compagno di giochi ai tempi dell'asilo).
Per meglio farvi capire questa predisposizione alla collera dovete sapere che qualche tempo fa fu costretto, controvoglia ed a fronte di un notevole sforzo psicofisico, a prestare un'ingente somma di denaro, ben 5 euro in contanti, ad un suo stretto, fidato ed affidabile collaboratore, l'Agente Scelto Small Face Mike (per gli amici Vigile Frottola).
L'Ag. Small Face, infatti, aveva da sempre un grave problema di tossicodipendenza da droghe pesanti ed un giorno, in preda ad una forte crisi di astinenza, si vide costretto, suo malgrado, a chiedere in prestito questi soldi al collega e superiore Ass. Stuntman, con la promessa di restituirglieli entro tre giorni.
All'alba del 4° giorno, però, il denaro non era ancora tornato nelle imbottite tasche dell'inflessibile Ass. Stuntman. Beh, per farla breve, due ore dopo tutta la famiglia del malcapitato Ag. Small Face, cane e gatto inclusi, fu ricoverata in gravi condizioni all'Ospedale di White Rock per intossicazione da monossido di carbonio.
Siete liberissimi di credere che si tratti di una semplice coincidenza ma in molti, me compreso, hanno subito pensato che ci fosse lo zampino del temibile collega!!!


Veniamo ora al secondo componente dell'affiatatissima coppia di cui vi ho accennato sopra: L'Agente Scelto Broom Broom Dave (che per brevità d'ora in avanti chiamerò Ag. Broom Broom).
Giovane e coraggioso, anch'esso è caratterizzato da origini dinastiche poco chiare.
Pare abbia un fratello maggiore molto più bello, simpatico ed intelligente di lui ed a causa di queste differenze peculiari oltre a tratti somatici praticamente opposti sono sorti dubbi concreti sulla sua effettiva discendenza genealogica.
La leggenda narra che, in una fredda notte d'inverno, sia stata rinvenuto, ancora infante, dai futuri genitori adottivi in un'umile cesta davanti alla porta di casa e gli stessi, mossi da un caritatevole spirito di solidarietà cristiana, l'abbiano accolto (non senza esitazioni dovute all'orrido aspetto esteriore) nella propria lussuosa magione.
Fin dall'infanzia ha dimostrato a tutti il suo spiccato spirito avventuriero tanto che all'età di circa 12 anni è stato rinvenuto a 40 chilometri da casa mentre vagava, solo e sperduto, in una metropoli pericolosa ed affollata (per amor di verità altre fonti dicono che avesse semplicemente sbagliato fermata dell'autobus).
Altro aneddoto passato alla storia è quello relativo al suo famoso lancio dal picco dello Stukas situato sulla vetta del misterioso monte Caneva (anche in questo caso le solite malelingue affermano sia stato improvvisamente spinto dal bagnino poichè, paralizzato dalla paura, aveva bloccato lo scivolo per mezzora).
Una precisazione particolare occorre riservarla al suo ormai famoso appellativo "Broom Broom".
Tutto deriva dalla straordinaria capacità di questo intrepido poliziotto nel concentrarsi con tutte le sue facoltà intellettive e fisiche al fine di trovare geniali soluzioni alle situazioni più complesse. In pratica entra in una sorta di trance agonistica, astraendosi completamente dalla realtà, analizzando qualsiasi tipo di problematica prospettatagli ed esaminando tutte le possibili sfaccettature del caso.
Per far questo inizia a broombrumeggiare in continuazione con la bocca ("broom broom broom broom broom broom").
Ovviamente, chi è a conoscenza di questa sua particolarità (praticamente tutti), sa di doversi attrezzare con ombrello ed impermeabile quando si trova nelle immediate sue vicinanze.

Orbene, un giorno di qualche tempo fa i nostri due eroi erano intenti ad effettuare uno dei loro numerosi e quotidiani controlli di prevenzione contro la malavita organizzata e si erano posizionati in un punto strategicamente perfetto per esaminare solo ed unicamente quei veicoli che potessero evidenziare ai loro astuti ed esperti occhi qualche potenziale sintomo di  pericolosità sociale.

Quando ormai il servizio stava volgendo al termine, i due investigatori notano un pacchiano veicolo di grossa cilindrata e dimensioni (fiat punto a gpl di colore grigio) procedere verso di loro a velocità pazzesca, tagliare la rotatoria presso la quale erano posizionati imboccandola contromano e rischiare di schiantarsi contro i veicoli che provenivano dalla direzione opposta.

I due poliziotti, grazie al consolidato affiatamento accumulato negli anni, salgono immediatamente, senza aver bisogno di consultarsi, sul potente mezzo in dotazione (Fiat 16 a metano) allo scopo di raggiungere e fermare l'auto sopra citata.

Hanno solo un attimo di esitazione perchè l'Ag. Broom Broom ha perso le chiavi della 16. Ma le rinviene subito dopo, per terra, in mezzo ad una pozzanghera di pipì di cane. Ops, in realtà si tratta delle chiavi della propria macchina personale quindi si rimette a cercarle ed in men che non si dica le ritrova; erano subdolamente nascoste nelle sue tasche (dev'essere stata opera del dispettosissimo Ag. Small Face, pensa Broom Broom).

Contemporaneamente anche l'Ass. Stuntman sale subitamente a bordo del potente mezzo, nonostante un piccolo contrattempo dovuto alla rovinosa caduta a terra causata dall'esser scivolato sulla e nella solita pozzanghera di pipì di cane.

Quindi, in pochi attimi, o forse in alcuni secondi, vabbè facciamo dopo diversi minuti, iniziano uno spericolato inseguimento mettendosi immediatamente alle calcagna del misterioso fuggitivo.

Come da protocollo operativo, l'Ass. Stuntman, per prima cosa, prende il cellulare e contatta la Centrale Operativa.

Stuntman:
"Attenzione Attenzione, sono il pluridecorato Assistente Scelto Stuntman Marian, matricola numero  4726598130, in pattuglia di prevenzione reati capitali assieme al collega Agente Scelto Broom Broom Dave, matricola numero 3, a bordo del veicolo di servizio bravoalfadeltaecosierrazulu 5; stiamo inseguendo un pericoloso latitante all'altezza della Provinciale S25 intersecata dalla Statale F91 sita nei pressi della Tangenziale NordOvest latitudine 45.007 e longitudine 10.189 (provate a verificarle ndr), abbiamo immediato bisogno di supporto aereo e veicolare. Passo."

Dall'altra parte della cornetta si sente una voce incerta e dubbiosa, che fa:
"Guardi che ha sbagliato numero, io sono la Rosina di Casalfoschino"

Ok, incerti del mestiere, riproviamo:

Stuntman:
"Attenzione Attenzione, sono il pluridecorato Assistente Scelto Stuntman Marian, matricola numero 4726598130, in pattuglia di prevenzione reati capitali assieme al collega Agente Scelto Broom Broom Dave, matricola numero 3, a bordo del veicolo di servizio bravoalfadeltaecosierrazulu 5; stiamo inseguendo un pericoloso latitante all'altezza della Provinciale S25 intersecata dalla Statale F91 sita nei pressi della Tangenziale NordOvest latitudine 45.007 e longitudine 10.189, abbiamo immediato bisogno di supporto aereo e veicolare. Passo."

Operatore della Centrale:
"Ricevuto, ma non mi hai specificato modello e numero di targa del veicolo. Passo."

Stuntman (leggermente irritato):
"Il veicolo in questione è una Fiat Punto del 93, immatricolata a Gorizia, acquistata a Pordenone, con impianto GPL, gancio traino non omologato e copertone posteriore sinistro usurato del 67 %. La targa è XY666ZF, presenta delle microscopiche ammaccature sulla parte sinistra ed un lieve schizzo di cacca di piccione in prossimità della lettera Y. PASSO."

Operatore della Centrale:
"Ricevuto, ma non mi hai detto il colore del veicolo. Passo."

Stuntman (fortemente irritato):
"Il veicolo in questione è di color grigio topo tendente al canna di fucile con sfumature di nero seppia e gradazioni di smog sfuocato. Nella zona del paraurti anteriore è presente un graffio arrugginito color rame di circa 4,7 cm di lunghezza mentre sopra lo specchietto retrovisore destro si può notare un ulteriore schizzo di cacca di piccione che per caratteristiche, colore e profumo potrebbe essere del fratello del piccione della targa. PASSO."

Operatore della Centrale:
"Ricevuto, ma mi servirebbe anche il codice fiscale del soggetto ed il suo numero di scarpe. Passo."

Stuntman (completamente fuori dai gangheri):
"SENTI MI HAI ROTTO I COGLIONI SIGNOR PRECISINI DI STA MINCHIA MANDAMI SUBITO UNA MACCHINA DEI CARABINIERI SENNO' TI INTOSSICO LA FAMIGLIA (...)."

Operatore della Centrale:
"Ok ok ora vedo se trovo il numero, dovrei avercelo qua da qualche parte, semmai faccio l'892424!"

Nel frattempo l'Ag. Broom Broom, alla guida del mezzo di servizio, era rimasto fisso sull'obiettivo senza farsi distrarre dalla civile chiacchierata che stava avvenendo tra i due colleghi.
Il notoriamente calmissimo Ass. Stuntman, invece, terminata la conversazione, aveva scagliato il proprio cellulare fuori dal finestrino (colpendo in pieno un malcapitato cucciolo di pastore tedesco che stava facendo pipì a bordo strada) e si apprestava a prepararsi alla seconda fase operativa che sempre caratterizzava gli interventi effettuati assieme al collega:
La famigerata FASE BROOM BROOM!
Si infila, quindi, l'impermeabile in gorotex ed il casco integrale per poi azionare immediatamente i dispositivi tergicristalli INTERNI e detergere il parabrezza dagli schizzi salivari del concentratissimo compagno di lavoro.

Finalmente raggiungono l'auto del fuggitivo ed iniziano a tallonarla a non più di 17 cm di distanza, quando, all'improvviso, lo sconosciuto abbassa il finestrino laterale, estrae il braccio sinistro e mostra loro il dito medio.

"Ehi Stuntman, hai visto? Il tipo lì, ci sta facendo dei gesti." esclama Broom Broom.
"Infatti, ci sta segnando il cielo. Vuol forse dirci che sta per piovere?" risponde Stuntman.
"Uhm, non ci sono nuvole, veh. Magari ci vuole solo salutare." continua Broom Broom.
"Hai ragione, spetta che lo saluto anch'io!" conclude Stuntman.

E gli fa ciao ciao con la mano.

L'inseguimento continua a folle velocità ma i due prodi non si perdono d'animo nonostante i numerosi ostacoli, le insidie ed i pericoli presenti sulla strada. D'altronde il giovane Ag. Broom Broom era rinomato per la sua abilità alla guida dovuta anche ad un avanzatissimo corso di guida veloce brillantemente frequentato e superato ad inizio carriera.
E. nononostante i milioni di chilometri percorsi, non aveva mai avuto incidenti di sorta.
Mai.
Quasi mai.
Ok, a parte qualche sciocchezza non dovuta a sua responsabilità.
Tipo quel maledetto gatto che lo aveva investito da ragazzo.
Oppure lo stallo di sosta in discesa; che colpa ne ha lui se qualcuno realizza un parcheggio in discesa e la sua 500, con freno a mano rotto, da sola inizia a muoversi, prende velocità, percorre 50 metri ed urta, distruggendolo, il furgone del migliore amico di famiglia?

Le due auto proseguono una accodata all'altra quando, improvvisamente, l'ennesimo schizzo salivare fuoriscito dal cavo orale dell'Agente Scelto (ancora in piena fase Broom Broom) invece di colpire la parte interna del parabrezza della macchina di servizio fuoriesce dal finestrino abbassato precedentemente da Stuntman e centra in pieno il pneumatico posteriore destro del veicolo sospetto.
Il mezzo inizia a sbandare paurosamente zigzagando sulla carreggiata ed il conducente perde definitivamente il controllo andando a sbattere contro un autoarticolato fermo a bordo strada.

I tre uomini escono contemporaneamente  dalle auto, il furfante in mezzo con gli sbirri ai lati, e si fronteggiano con atteggiamento di sfida.
Il primo a muoversi è l'Ass. Stuntman; solleva il suo M16 e lo scoglia addosso allo sconosciuto latitante.
Ovviamente lo manca e colpisce al volto il povero Ag. Broom Broom che, però, come se nulla fosse, si riprende immediatamente, raccoglie il fucile d'assalto e lo cala violentemente sulla testa del fuggitivo.
Ma anche questo colpo non arriva a bersaglio, anzi, va ad impattare sul cofano della Fiat 16 distruggendolo completamente.
Decidono, quindi, di utilizzare l'arma definitiva, il colpo risolutore, il tanto temuto quanto famoso "soffio della camola".
L'Ass. Stuntman, infatti, ha sempre avuto l'ottima abitudine di mangiare quotidianamente quantitativi industriale di aglio e questo fatto gli ha sempre permesso di conseguire risultati straordinari nelle situazioni più critiche. Pertanto si avvicina al viso del malcapitato conducente e gli esala in pieno volto una potentissima alitata polmonare che ha l'immediato effetto di stordirlo e farlo stramazzare al suolo.
A questo punto gli intrepidi paladini della giustizia si avventano sul corpo appena caduto e completano definitivamente l'opera...

A causa delle gravi ferite riportate, l'uomo, ancora immobilizzato ed incosciente, viene accompagnato al Pronto Soccorso ed ivi ricoverato in stato di coma vigile. I nostri due superpoliziotti, ovviamente, lo piantonano con attenzione ed attendono frementi il suo risveglio per poi procedere agli scrupolosi e minuziosi accertamenti del caso e svelare, finalmente, il mistero che circonda una così inspiegabile fuga.
Dopo diverse ore il soggetto, improvvisamente, si sveglia.
Bene, pensano i due, finalmente scopriremo la verità!!!

"Allora, grandissima testa di cazzo coglione di grancasa emerito rimbecillito e figlio di una meretrice curda, si può sapere dove diavolo stavi andando così di corsa???"

e lui:
"Eh, stavo andando a casa perchè mi scappava la cacca!!!"

"Ahhhhh ma cavolo non potevi dircelo prima?" - ribattono all'unisono i nostri eroi - "Quand'è così è giusto fare in fretta. Allora ti salutiamo e... amici come prima."

Risalgono, quindi, in macchina e fanno felicemente ritorno verso casa.
Tutto e bene quel che finisce bene, dice un antico adagio (chi?); Stuntman e Broom Broom hanno risolto brillantemente l'ennesimo caso, il povero cagatore è riuscito infine ad espletare i propri bisogni fisiologici e la collettività può nuovamente dormire sonni tranquilli.

Solo un particolare ha lasciato loro un po' di amaro in bocca; intorno alle 04,12 della notte, mentre erano ancora sulla via del ritorno, all'improvviso arriva dalla Centrale Operativa una comunicazione radio da parte dell'Agente Scelto Precisini.

Operatore della Centrale:
"Ragazzi, tranquilli, ce l'ho fatta, vi mando subito una pattuglia dei Carabinieri!!! Chiudo."



MAVVAFFANCULOVA


domenica 10 marzo 2013

Verrà un giorno...

Mi piacerebbe "menarmela" un po' facendo passare il titolo di questo pezzo per una citazione manzoniana di altissimo livello. La famosa (?) profezia di Fra Cristoforo nei confronti di Don Rodrigo, all'interno del sesto capitolo dei Promessi Sposi.
In realtà il mio accenno è molto più terreno e non ha nulla di metafisico.
Si riferisce, infatti, ad alcuni obiettivi presenti nella vita, o meglio nella mente, di ognuno di noi che attendiamo da sempre e che sembrano non giungere mai.
Come in un videogame, devi arrivare alla fine di un livello per poi passare a quello successivo.
Oppure in un libro, attendi con smania di concludere un capitolo e quindi riparti subito con il seguente.
Ed anche la mia vita è sempre stata caratterizzata da fasi di questo tipo, una continua corsa a tappe nella quale mi sembrava di non vedere mai l'arrivo.

(Cavolo, un preambolo serio per un brano che doveva essere divertente)

Ok, riproviamo.

Il primo obiettivo nella vita di un uomo è........ (no, non è sposarsi!!!)
Il primo obiettivo nella vita di un uomo è........ IL MOTORINO.

Ho sempre voluto il motorino.
Fin dalle elementari.
Ma per averlo dovevi compiere 14 anni.
Ohi, 14 anni, eh!!!
E quando ci sarei arrivato a 14 anni?
Mancava un sacco di tempo. E non passava mai.
(vi siete accorti che da piccoli il tempo scorre più lentamente, vero?)
Beh all'epoca per me il tempo non scorreva, si trascinava.
Io pensavo al motorino ma non sapevo ancora legarmi le scarpe.
Non avevo ancora fatto la Comunione.
Poi c'era l'esame di quinta.
Le medie.
Oddio, non avrei mai avuto il motorino.
Sarei morto prima.
Davvero eh, mi ero ormai convinto che non avrei mai compiuto questi benedetti 14 anni.

Ed invece quel giorno arrivò.
Anzi, arrivò con un giorno di anticipo.

La sera prima del mio 14esimo compleanno non ho resistito alla tentazione ed ho finalmente tagliato il primo traguardo della mia vita:
Guidare il mio splendido motorino.
Vabbè splendido, un quattrotto usato color ruggine da 48 cc di cilindrata ed una ragguardevole velocità massima di 50 km orari.
Con mia madre impaurita che mi diceva di stare attento ed andare piano.
Cioè mamma, in che senso andar piano? Che una volta mi ha superato, in retro, anche la Mea con la sua leggendaria 127 rossa. E si che mi ero anche piegato sotto il manubrio per tagliar meglio l'aria!!!
Ma non sgridatemi se l'ho usato prima di compiere i 14 anni; ero giustificatissimo.
Dovevo andare con i miei amici al cinema di Busseto a vedere un documentario cul...turale sull'estinzione delle foche in Groenlandia. Entravi in punta di piedi per sembrare più alto ed una volta dentro ti nascondevi tra le poltrone per non farti riconoscere.
Che poi, tanto, conoscevi e ti conoscevano tutti.

Ma, finalmente, il primo obiettivo era realizzato.

Inizio, quindi, le superiori e con gli amici del Liceo stabiliamo di comune accordo che, per essere considerato a tutti gli effetti un Uomo, occorreva raggiungere necessariamente 3 traguardi:
  • Prendere la patente;
  • Ottenere il Diploma di Maturità;
  • Perdere la verginità.
Vanno, ovviamente, ottenuti tutti e 3 ma senza nessun ordine di priorità.
Ed anche per questi il tempo sembrava non passare mai, soprattutto perchè, per conquistare questo mitico "Triplete", dovevi avere quanto meno 18 anni 1 mese ed 1 giorno (chi ha dato la patente sa il perchè).

Per la questione patente il vero problema è stato unicamente quello dell'attesa visto che in ogni caso avrei dovuto aspettare la maggiore età. Le prove di teoria e, soprattutto, guida, invece, essendo io un maschio (...), sono state una semplice formalità.

L'ottenimento della Maturità è stato più difficoltoso a causa di una frequenza scolastica, nel corso dell'ultimo anno, non proprio assidua. Ma all'esame orale sono riuscito a dar sfoggio della mia proverbiale ars oratoria meritandomi la Ola dei compagni all'uscita dall'aula.

Infine, perdere la verginità.
Ad onor del vero questa cosa non ha mai rappresentato una effettiva priorità per me. Sapete com'è, noi uomini non siamo particolarmente interessati al sesso.
A tal punto che non ricordo neppure con esattezza tutti i dettagli ed i particolari di quanto avvenuto in quei lunghissimi 14 secondi...


Fatto sta che un giorno mi incontro con la mia amata Elsa e lei mi dice:
"Massi sono incinta."
 allora io, ingenuo:
"Beh, prendi un Aulin."

ma lei continua:
"Non hai capito, non vedi che ho la pancia?"
 io, attonito, ribatto:
"Ma, amore, a me piaci anche un po' rotondetta."

l'Elsa inizia ad innervosirsi:
"Massi, aspetto un bambino!"
  ed io, tranquillissimo:
"Bene, io invece aspetto Mighel che poi andiamo a fare un giro in moto."

A questo punto lei perde la pazienza e mi urla:
"Ho fatto una visita ginecologica, sono al 5° mese di gravidanza, ci dobbiamo sposare, diventerai papà e devi dire tutto ai nostri genitori!!!!"
BOOOOMMMMMM
"Nonononononononononononono, io a Merigo non dico un cazzo."


Purtroppo, volente o nolente, il passaggio dai neo nonni andava fatto. Ed io, molto coraggiosamente, scelsi di cominciare da papà Luigi.
Il discorsetto, preparato in ogni dettaglio per giorni e giorni davanti allo specchio, faceva più o meno così:

"Pà, vieni di qua in sala un minuto che ti devo dire una cosa. Però siediti sulla poltrona che stai più comodo e poi non si sa mai... Anzi, meglio sul divano va.
(piccola pausa teatrale con annessa presa d'ossigeno rinvigorente)
Ti ricordi quando mi dicevi che se avevo un problema avrei potuto sempre parlarne con te??? Ecco, l'Elsa è incinta, io diventerò papà (sottinteso, tu nonno), devo lasciare gli studi, iniziare a lavorare, sposarmi e metter su casa. Tu, ovviamente, pagherai tutte le spese."

ma lui, dopo un attimo di esitazione:
"Ahahahahahahahahaha grande Massi, ti va sempre di scherzare, burlone che non sei altro."

Ed uscì dalla sala col sorriso sulle labbra.

Niente dai, andrà meglio con Merigo (ahhhhhhhhhhhhhhhhhh), pensai.
Salgo, quindi, in casa Bergamaschi dove già mi aspettavano in salotto la Elsa con mamma Rosanna (lei già al corrente di tutto) e mi siedo in attesa dell'ingresso del temibile suocero.
Questi, appena arriva, si piazza all'entrata della sala e, dall'alto del suo metro e ottanta, con sguardo sospettoso esclama:
"Cu suceda chè?"

A quel punto attacco, bello baldanzoso, con la mia arringa studiata a memoria:
"Buongiorno Signor Bergamaschi, io e sua figlia Elsa abbiamo pensato di ottimizzare le nostre risorse umane unendo le rispettive energie ed occupando gli spazi strettamente necessari a migliorare la qualità della vita di questa vostra splendida abitazione. Inoltre, tenuto conto del rapporto metratura/inquilini, abbiamo ritenuto opportuno aumentare il sopra citato nucleo familiare di una ulteriore unità preferibilmente nuova di zecca. Naturalmente è fortemente gradita una vostra partecipazione alle spese."

Lui è imperterrito e si limita ad un semplice:
"Ètt bivì???"

A sto punto, spazientita, interviene in tackle la Rosanna:
"Merigo, l'Elsa lè piena c'me n'ov."

L'amabile suocero mi fissa con gli occhi pieni di disprezzo ed esclama:
"Ecco, al sava me ca che lù l'era un delinquent!!!"

E se ne va sbattendo la porta.

Fu così che, con un sol colpo (letterale...), raggiunsi 3 nuovi traguardi contemporaneamente: diventare uomo (...), marito e padre.

A dire il vero anche il giorno del parto sembrava non arrivare mai, eppure mancavano solo 4 mesi alla nascita. Finchè un bel giorno torno a casa e vedo la Elsa con in braccio qualcosa di vagamente somigliante ad un essere vivente.

Lei mi guarda, tutta raggiante, e mi fa:
"Allora, ti piace il nuovo arrivato?"

io sono un po' perplesso: "Uhm, dove l'hai comprato?"
lei: " Rispondimi. (Cretino)"

io: "Dovrei pensarci un attimo, per dire, sporca molto?"
lei: "Sempre meno di te. (Idiota)"

io: "Ok ma  è rumoroso?"
lei: "Beh non rutta e non scoreggia quindi forse non è tuo. (Asino)"

io: "Vabbè ma quanto consuma?"
lei, sarcastica: "Poco, va  a metano. (Deficiente)"

ed io, finalmente più tranquillo:
"Bene allora per adesso lo teniamo, poi semmai esercitiamo il diritto di recesso!"


Ecco, la vera ironia della vita sta proprio in questo:
quando sei piccolo, ragazzo o giovane i momenti che attendi sembrano irraggiungibili e non arrivano mai abbastanza velocemente. Appena diventi adulto, invece, tutto si capovolge, i giorni scorrono rapidissimi, non fai in tempo a pensare ad un obiettivo che subito l'hai raggiunto e superato.
Ed io già mi vedo, in un futuro ormai dietro l'angolo, centenario, vecchio e decrepito, seduto sulla mia sedia a rotelle ad energia nucleare che guardo l'Inter sul nuovissimo televisore da 100 pollici a 4 dimensioni mentre insulto l'arbitro che si è nuovamente fatto corrompere dagli odiati juventini.

Ma nella mia testa c'è un solo pensiero:
"Ahhhhh, cosa darei per poter guidare ancora il mio motorino."