sabato 17 luglio 2010

Grazie

(per il compleanno del mio piccolo, ops medio, Simo)


Amore mio,
sei entrato nella mia vita, nella nostra vita, 5 anni fa.
Sembra ieri.
Ma sembra anche un’eternità.
Come se tu ci fossi sempre stato.
Eri nel mio cuore, e nella mia testa. Eri parte della mia anima.
Sei, nel mio cuore e nella mia testa. E sei parte della mia anima.
Così come eri e sei parte di tua madre.
E lo sarai sempre.
Ti guardo, ti ammiro, ti contemplo quasi. Sempre, in ogni istante. Anche quando non sei con me. Ed ancora non ci credo.
Se Dio davvero esiste tu di certo ne sei una prova.
Come si può spiegare, altrimenti, una creatura tanto meravigliosa?
Quei riccioli così perfetti. Ti rappresentano, ti identificano, caratterizzano la tua essenza. Belli, sinuosi, irregolari così come sei tu, bellissimo ed intrigante, ma anche capriccioso e bizzarro. E spettinati, arruffati, nello stesso modo in cui sai essere lunatico ed irascibile.
E che dire dei tuoi occhi? Enormi, profondi, quasi magnetici. Non ci si può staccare da essi. Con quelle imperfezioni che sembrano volute, create apposta per catturare l’attenzione altrui.
La tua bocca poi, rossa. Come il fuoco, energia primaria del mondo, e combustibile inesauribile della tua vitalità. Adrenalina pura… Quelle labbra così dettagliate, definite, dolci ed arroganti al tempo stesso, non possono essere il frutto di una casuale e fortunata ricombinazione genetica.
Deve, per forza, esserci altro.
Descrivere tutto il tuo corpo è superfluo; basta una semplice porzione di esso per capire come sei, ciò che sei. Presuntuoso, fiero, sicuro di te. Quasi indipendente.
E questo mi spaventa.
Come potrò esserti di aiuto nella vita? Lo so come diventerai; già lo immagino. E non credo di poter essere alla tua altezza, non vedo in che modo potrò darti supporto una volta che diventerai grande. Quando non sarai più il mio cucciolo d’uomo; quel bambino “medio” che già oggi ha bisogno di me quasi soltanto per sconfiggere Joker.
Non fa niente (cit. Simone).
Me ne farò una ragione. Farò mia l’ideologia del “Carpe diem”. Ma non come viene intesa dai più, non nel suo più apparente e superficiale significato. Cercherò di godere di te il più possibile, ogni istante.
Perché non è vero che un padre cresce, educa ed aiuta i propri figli.
Anzi, sono i nostri figli che aiutano noi.
Ci danno forza e stimoli, ci fanno sentire importanti ed unici.
Ci migliorano.
Grazie.
Grazie Simone.
Ti Amo (da sempre e per sempre)
Il Tuo papà

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